martedì 22 luglio 2008

basta mezz'ora

basta mezz'ora in ufficio per cancellare gli effetti benefici di quattro giorni di ferie e relax (nostante gli alti ed i bassi, nonostante le aspettative illuse e disattese, nonostante tutto).
basta varcare la soglia dell'ufficio e tutto sparisce. una montagna di carta ammonticchiata sulla scrivania che mi attende, fatture da pagare e pratiche da controllare. e poi il solito ambiente. coltelli che girano e tensioni che si respirano.
poi l'ennesimo concorso per la stabilizzazione che è uscito qualche giorno fa e che non promette, nemmeno questa volta, nulla di buono. va bene, non vogliono lasciarci a casa. è ferma volontà dell'ente assumerci tutti. ed io capisco le questioni politiche e tutto il resto. capisco tutto, sono una persona comprensiva, nonostante le apparenze. capisco e mi rendo conto che bisogna aspettare, che bisogna aver pazienza..... capisco ma rimango precaria. e non intendo solo lavorativamente parlando. perchè quando sei appena ad un filo con un lavoro che ti assorbe, ti sfibra e ti annichilisce, quando sono 5 anni che ogni anno a fine anno c'è il balletto delle proroghe, quando sei stanca tutto pesa di più.
e poi ci chiamano mammoni e bamboccioni. noi trent'enni impantanati in attese snervanti e lunghissime. peccato che il "sistema", quello stesso sistema che si è goduto il boom degli anni 60, che ha retto bene per alcuni decenni, quel sistema lì non funziona più.
perchè il mio salario basterebbe anche, se il costo della vita fosse aumentato in maniera proporzionale ai salari stessi. perchè vivere da soli è un lusso che pochi possono permettersi e così per uscire di casa finisci a fare l'eterno "studente universitario" e condividi casa. perchè comprare la macchina la compri a rate e non parliamo di comprare casa.
e dopo tutto questo ecco che arrivano le "ramanzine" dai genitori. che loro alla tua età erano sposati, avevano già una famiglia, il mutuo della casa, tre settimane di vacanze ogni anno in campeggio, e tutto il resto. e puoi avere tutta la pazienza del mondo ma non capiscono che i tempi sono cambiati, che le cose adesso stanno in maniera diversa. e così combatti instancabilmente con quel senso di fallimento che latita in ogni dove. ed impari che alla domanda "ma riesci a mettere da parte qualcosa ogni mese? così poi te li ritrovi e puoi fare qualcosa..." puoi rispondere comodamente un sonoro "si mamma, stai tranquilla, metto da parte qualcosa".
basta non spiegarle mai che sono i tuoi sogni quelli che metti da parte.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che finale di post triste, realistico ma tremendamente triste :(
Spero che un giorno potremmo tirare fuori i sogni e farci veramente qualcosa.
Un abbraccio
Clutz - Galois

P.S: lo leggo raramente ma il tuo blog è sempre toccante e coinvolgente