mercoledì 11 febbraio 2009

«Quidquid fit contra conscientiam aedificat ad Gehennam» *

cerco, a stento, di non perdere il filo di quello che accade attorno. avrei un sacco di cose da dire su questi ultimi giorni così confusi e veloci. quello che mi rimane, irrimediabilmente, addosso è il disgusto per la totale mancanza di quel sentimento nobile ed antico che è la "pietas" (che è uno dei sette doni dello spirito santo ed ha un significato molto diverso da quello che, al giorno d'oggi, diamo alla parola "pietà"). mi rimane il dubbio che si arrivi, finalmente, anche in Italia ad avere una legge che mi permetta di non perdere la mia dignità di essere umano. mi rimangono tante altre cose in testa che, in questo momento, per stanchezza oppure rabbia non riesco a mettere nero su bianco.
e tra le cose che mi sono rimaste in testa c'è anche questo: Non nominare Dio invano - LASTAMPA.it, l'intervento che avrebbe dovuto tenere ieri sera il senatore Pietro Ichino se la seduta non fosse stata sospesa. non riesco, sinceramente, a provare altro che stima per una persona che inizia il suo intervento con le parole "Nella veste di membro, laico, del Parlamento di una Repubblica laica" e sa ancora il significato di parole come laicità, coscienza e dignità.

* dal Concilio Lateranense IV del 1215 : «qualsiasi cosa che si faccia contro la propria coscienza prepara all’Inferno»

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