martedì 8 settembre 2009

Allegriaaaaaaa...

alle 13.59 la notizia rimbalza da un angolo all'altro del web tra ironia e dispiacere. è morto Mike Bongiorno, il papà della televisione (come lo chiamano i principali quotidiani on line). è morto per infarto a Montecarlo.
non mi piace e non mi è mai piaciuta la caccia alle belle parole appena il personaggio di turno passa a miglior vita. che, chissà come mai, ma da morti so' tutti bravi. non discuto minimamente quello che ha fatto e quello che è stato con il suo modo di essere e fare televisione. ma non credo che sia per i meriti artistici che la gente rimane dispiaciuta. credo che la questione sia un altra.
ho 31 anni. sono cresciuta con la televisione fino a quando non ho deciso di spegnerla e relegarla a compagna di sporadiche sere in cui sono persin troppo pigra per affittarmi un film e vederlo. ed ora leggo che Mike è morto. e non mi dispiace perchè sono sentimentale (anche se dannazione, lo sono!). mi dispiace perchè è stato, alla fine, come un "nonno". quando ero piccola lui era già in tv e l'ho visto invecchiare. e così ora mi stranisce un po' pensare che non farà l'ennesima pubblicità con Fiorello oppure che non verrà invitato per la settecentesima volta a prendere il telemiao alla carriera. mi stranisce come mi straniscono le morti delle persone che conosco da sempre, anche se non hanno mai fatto parte della mia vita, se non marginalmente. il vecchio sindaco del paese con cui chiacchieravo sempre quando andavo a trovare i nonni, oppure la negoziante del paese da cui non volevo mai andare perchè mi chiamava "stella" e spiegava, ogni volta, a tutti gli altri acquirenti chi ero e cosa facevo. oppure l'edicolante da cui andavo ogni settimana a comprare il "topolino".
mi straniscono queste perdite. forse perchè mi danno la netta sensazione del tempo che passa portandosi via le cose. come se si portasse via un pezzo di me che d'ora in avanti potrò ritrovare solo nei ricordi. un po' come quando è morto mio nonno ed ho sentito come se un pezzo della mia infanzia se ne andasse e non era solo perchè affrontavo un lutto doloroso ed ingombrante. perchè con lui se ne andavano le mie estati a piedi nudi e le gite la domenica. le giornate a giocare a nascondino e le corse per i campi dopo aver "preso in prestito" la frutta dagli alberi del vecchio lattoniere del paese. llo stare a zonzo con gli amici a combinare guai e le domeniche a "servir messa" per avere la mancia. le cene alla domenica sera in cui c'era sempre qualcuno che arrivava tardi e un posto sempre pronto per essere aggiunto. la vendemmia e l'uva da schiacchiare, la nebbiolina di settembre e le castagne ad ottobre per scaldare le mani. le vacanze di natale ed il carbone alla befana. le scarpe slacciate ed le bucce d'arancia sulla stufa. la brace nel letto per togliere un po' di gelo e le coperte spesse e pesanti sotto cui non ci si riusciva a muovere. le lenzuola di lino con le iniziali di papà ed il cane che saltava sul letto per svegliarti. il latte appena munto e la legna da sistemare.
la netta sensazione del tempo che passa. e le cose che se ne vanno. e tutti i cambiamenti che si vedono nitidamente come sotto una lente d'ingrandimento. ed un po' di malinconia rimane sempre. perchè molte cose, a viverle adesso, hanno un altro sapore e poco importa se migliore oppure peggiore. e quel sapore che sembra andarsene ti rimane addosso come una seconda pelle e sa di buono e sa di casa. ed ogni volta che chiudi gli occhi e e ci pensi... riesci solo a sorridere.

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