lunedì 20 agosto 2007

primo giorno di lavoro dopo una stiracchiata ma intensa settimana di ferie. le batterie mi si sono un pochino ricaricate, faccio la brava ed arrivo in orario (ed anche piuttosto presto) in ufficio così al pomeriggio posso uscire ad un ora decente (anche se poi oggi sono uscita alle 19..).
stamattina è stato un po' come il primo giorno di scuola. ritornare fa sempre un certo effetto. hai perso il ritmo che avevi ed hai anche una settimana di "gossip" da recuperare, ma alla pausa caffè delle 10 hai già ingranato la marcia giusta.
nel primo pomeriggio è anche passato il presidente che con la sua solita aria di chi non vede i coltelli che volano tra gli uffici e con il tono allegro chiede, ogni volta, "tutto bene?". e che gli vuoi dire? e mentre pensi alla risposta che gli vorresti dare (no, diamine, non c'è nulla che vada bene e lo sai perfettamente. ma preferisci far finta di non vedere, preferisci tirar fuori il sorriso dei giorni migliori e prenderci per i fondelli.) fai uno splendido sorriso e farfugli solamente un chiaro e semplice "tutto bene, a parte le ferie... per il momento finite...". contento lui ed almeno ti si leva dall'ufficio e puoi continuare a lavorare in pace.
oggi giornata di stipendi e meno male che lunedì è San Paganino (come si dice da queste parti) che questo mese sembrava non finire mai. e magari lunedì un po' d'ansia se ne va.
stasera miss Loacker e consorte sono venuti a cena, che almeno tutto quello che ho cucinato ha coccolato qualcuno. e poi ci ha raggiunti la rossa che finalmente ha saputo la bella notizia. una serata serena e tranquilla. ogni tanto ci vuole.
ed ora un po' di silenzio. un po' di tempo per me, finalmente. ho tanti pensieri per la testa e la tranquillità è lontana. ho l'anima in subbuglio ed il cuore imprigionato in una prigione dal quale non posso farlo uscire. evito contatto fisico e visivo, evito di far avvicinare le persone. rialzo muri che avevo abbassato, muri che ti difendono e che alla fine ti imprigionano.
li ho abbassati. ho mediato tra la mia anima selvatica e quella domestica e ho tolto ogni difesa. il risultato? ferite su cicatrici non ancora rimarginate. e mi faccio fregare ogni volta. ogni volta mi fido, ogni volta mi rendo vulnerabile per poi battere in ritirata quando il dolore va troppo in profondità. qualcuno una volta mi ha definito un cucciolo imprigionato dentro un armatura enorme. un cucciolo impavido che appena vede un po' di sole tira fuori dall'armatura l'intero naso e così si prende le bastonate. mentre dovrebbe solo imparare ad essere più sospettoso e cercare di salvaguardarsi un po'.
ma non si cambia la propria natura. la si può levigare un pochino ma non capovolgere. se nasci rosa muori rosa, non morirai mai orchidea. ed allora l'unica cosa che puoi fare è metterti l'anima in pace e accettare quello che sei.
"quanto a jordan, lui non ha il mio buon senso e non c'è dubbio che inseguirà i suoi sogni in capo al mondo finchè non precipiterà nel vuoto.
non posso certo insegnargli l'amore, visto che non ne so nulla nemmeno io, però posso senz'altro insegnargliene la privazione e forse convincerlo che esistono cose peggiori della solitudine."
(jeanette winterson - il sesso delle ciliegie)

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