giovedì 23 agosto 2007

"Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare."
(alessandro baricco - oceano mare)

oggi ripensavo a questa cosa. la vita non va proprio mai come tu te la immagini. e non c'è verso di scappare. rimani lì davanti a ciò che ti ferisce, ciò che desideri.. totalmente inerme ad attendere. e ti fai male. oggi ci pensavo a questa cosa. e pensavo al male che mi sono fatta in questi anni. e nel mio dolore non c'è nulla di particolare, ci sono migliaia di dolori simili ai miei. io, come tante altre persone, il mio dolore lo chiamo per nome e ne riconosco il volto e il profumo. e cerco, come posso e come so, di affrontarlo.
un eremo. ero scesa dall'arroccamento della mia solitudine per provare a confondermi in mezzo agli altri., per provare a fidarmi ed a farmi conoscere da qualcuno. ero scesa ed ora mi sto rintanando sempre di più. ritorno alla mia conchiglia. sono stanca di farmi male. per quanto ci provi, per quanto mi impegni ogni cosa che costruisco sembra non aver fondamenta ed il primo alito di vento spazza tutto. mi avvicino a qualcosa che mi sembra concreto ed importante e nell'avvicinarmi, come un miraggio nel deserto, tutto sparisce.
oggi sono uscita dal lavoro alle 16.15. una corsa a casa per una doccia e per cambiarmi e poi a piedi in centro per un caffè. domani devo recuperare mezz'ora al lavoro che per non arrivare tardi non ho aspettato. un giro per il centro ed uno yogurt. quattro chiacchiere e poi mi ha riaccompagnato a casa.
solo salita a casa e mi sono buttata sul letto. ho fissato per un ora il soffitto mentre mi scendevano le lacrime. forse dovrei sparire. andarmene, scivolando lentamente via dalla sua vita. non se ne accorgerà nemmeno. in certi tipi di relazione senza equilibrio di potere, l'unico potere che può avere la persona più "debole" è andarsene. l'unica via d'uscita, l'unica alternativa è andar via.
provo a fare mente locale sui pro e contro della questione. rimanere o andar via. c'è qualcosa che fa impazzire l'ago della bilancia, qualcosa che non può essere misurato e quantificato. amore da entrambe le parti. da una parte amore per lei, dall'altra l'amore per me. equidistanti e non complementari pesano sui due piatti. dilaniarsi l'anima oppure salvarsi. rinunciare oppure andare dalla parte del proprio desiderio. per quanto possa far male.
non voglio perderla ma non sono capace di accontentarmi di quello che c'è. non mi basta e non mi adatto. non riesco a sopportare di non avere un ruolo ed uno spazio nella sua vita. e forse poi sono solo un egoista incapace di accettare la realtà.
voglio andar via e so che non farà nulla per fermarmi. per rispetto. quel rispetto che sulla mia pelle sarà solo un altra ferita. voglio andar via ma non riesco a capacitarmi di dover perdere qualcosa di importante. ma è importante solo per me. oppure è importante in maniera diversa. esistono infinite forme d'amore. ed io sono stanca di quell'amore che sta a distanza. quello che non ti abbraccia e non ti saluta con un bacio. quello che la sera vai a dormire da sola e non puoi appoggiarti a nessuno.
certo certo sto in piedi da sola. seppur con fatica sto in piedi e vivo la mia vita. impegni, lavoro e quello che c'è. ho smesso di fare un infinità di cose, stanca di farle da sola. certo certo. le cose bisogna farle per se stesse. progettare per se, vivere per se. chi dice che non lo faccio? lo faccio. anche se non mi piace non poter condividere le cose con qualcun altro. però, nonostante gli alti e bassi, nonostante i periodi di crisi , vivo.
o forse dovrei dire sopravvivo aspettando qualcos'altro... quel pezzo che sento mancarmi. il pezzo in cui quello che fai e quello che sei lo condividi con qualcuno.
qualche giorno fa una persona ha voluto condividere con me una cosa. e me lo ha detto chiaramente. ed io mi sono morsicata la lingua, piercing compreso. la mia risposta?
e dov'è questa persona quando io ho voglia di condividere qualcosa? quando ho voglia di alzare il telefono e dire la mia felicità? quando la sera abbraccio il cuscino ed ho freddo dentro? dove?
no, perchè a me... un amore a mezzo servizio non basta. non me lo riesco a far bastare. e non è questione di età oppure di smussare gli angoli del mio carattere da 30enne (quasi 30enne... precisiamo).
amo l'impossibile perchè così mi salvo? mi dilanio l'anima per quello che non posso avere per nascondermi che ho solo una dannatissima paura di avere realmente qualcosa? mi punisco impegolandomi in situazioni che non mi daranno mai piena soddisfazione?
non cerco, e non ho mai cercato, negli altri la pace che devo trovare dentro di me. non voglio qualcuno che viva la mia vita. la mia vita, per quanto incasinata sia, mi piace.
mi piacerebbe solo che qualcuno, per una volta, si prendesse la briga di vivermi fino in fondo. tra sparare oppure sparire scelgo ancora di sperare. almeno sino a che riesco a non farmi divorare dalla rabbia nei confronti di chi predica bene e razzola male.

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