"l'estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va."
poco importa se spunta qualche capello bianco oppure la mia faccia inizia ad avere qualche segno (no, non sono ancora rughe. è solo il tempo che lascia qualche impronta... ). gli anni passano e si cambia. si cambia in continuazione, nonostante tutto.
guardo le foto di quella che sembra una vita fa. i capelli lunghi ed indomiti e un futuro tutto da inventare e sperimentare. un mese intero a Vienna a studiare il tedesco, che tutt'ora non so parlare, ed a dormire nei parchi in pieno pomeriggio. sono passati tredici anni: i miei capelli sono molto (soprattutto dopo il taglio, netto, di oggi) più corti ed il futuro è ancora lì, da inventare e da provare, senza nessuna certezza apparente in tasca, e nemmeno in un cassetto.
non è questione di voler far un bilancio della propria esistenza. diciamo che provo a fare due somme e due sottrazioni, giusto per capire se gli investimenti hanno fruttato dei guadagni, oppure se sono in perdita.
non riesco, nonostante le somme e le sottrazioni, ad avere la percezione di quanto sono cambiata. guardando indietro mi rendo conto che alcune cose non sono più le stesse, ma non ho idea di quando sia capitato. ma è capitato, e me ne sono accorta dopo mesi, me ne sono accorta anche grazie a qualche buona amica che riesce, sempre, a darmi uno sguardo diverso su come sto al mondo.
sono cambiata, ma c'è una ferita dentro me che non riesco, nonostante tutto, a far passare. la chiamano la ferita dei non amati e sembra quasi un paradosso dirlo perchè mi rendo conto di aver sempre ricevuto tantissimo amore. ma una parte, fondamentale, di quell'amore lo vedo adesso, a trent'anni. lo vedo perchè razionalmente capisco certe cose. lo vedo, ma tutt'ora, non riesco a riconoscerlo. è proprio questo il difficile dell'amore, riconoscerlo.
e così sono incastrata, da una vita intera, in dinamiche che non so come scardinare. ed ogni volta che mi sento allontanata da qualcuno ricado nello stesso vortice. e non serve a niente metterci tutto il raziocinio ed il cinismo che ho. non serve a niente. ogni volta, ogni dannatissima volta, mi ritrovo davanti a quella stessa ferita. ed ogni volta faccio sempre gli stessi errori.
ed è complicato spiegare. spiegare che non sono capace ad affrontare i conflitti. che le distanze ed i silenzi aprono dentro me una ferita che non riesco a sopportare. che ogni volta mi sento in difetto. che la distanza ed il silenzio mi danno la sensazione, ogni volta di più, di non essere accettata, capita, oppure solo voluta. la sensazione che se sono me stessa e sono sincera non vado bene, che avrei dovuto essere diversa, avrei dovuto capire, per non perdere tutto.
come essere davanti ad una porta. e per quanto ti dicano che è solo socchiusa e basta un attimo di tempo perchè si riapra, io continuo a vederla chiusa. e quel vederla chiusa m'incastra e m'ingabbia.
eh si, sto diventando grande. e poco importa se spunta qualche capello bianco oppure la mia faccia inizia ad avere qualche segno. ora sono davanti ad una porta e, nonostante tutto, non so davvero che fare.
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va."
poco importa se spunta qualche capello bianco oppure la mia faccia inizia ad avere qualche segno (no, non sono ancora rughe. è solo il tempo che lascia qualche impronta... ). gli anni passano e si cambia. si cambia in continuazione, nonostante tutto.
guardo le foto di quella che sembra una vita fa. i capelli lunghi ed indomiti e un futuro tutto da inventare e sperimentare. un mese intero a Vienna a studiare il tedesco, che tutt'ora non so parlare, ed a dormire nei parchi in pieno pomeriggio. sono passati tredici anni: i miei capelli sono molto (soprattutto dopo il taglio, netto, di oggi) più corti ed il futuro è ancora lì, da inventare e da provare, senza nessuna certezza apparente in tasca, e nemmeno in un cassetto.
non è questione di voler far un bilancio della propria esistenza. diciamo che provo a fare due somme e due sottrazioni, giusto per capire se gli investimenti hanno fruttato dei guadagni, oppure se sono in perdita.
non riesco, nonostante le somme e le sottrazioni, ad avere la percezione di quanto sono cambiata. guardando indietro mi rendo conto che alcune cose non sono più le stesse, ma non ho idea di quando sia capitato. ma è capitato, e me ne sono accorta dopo mesi, me ne sono accorta anche grazie a qualche buona amica che riesce, sempre, a darmi uno sguardo diverso su come sto al mondo.
sono cambiata, ma c'è una ferita dentro me che non riesco, nonostante tutto, a far passare. la chiamano la ferita dei non amati e sembra quasi un paradosso dirlo perchè mi rendo conto di aver sempre ricevuto tantissimo amore. ma una parte, fondamentale, di quell'amore lo vedo adesso, a trent'anni. lo vedo perchè razionalmente capisco certe cose. lo vedo, ma tutt'ora, non riesco a riconoscerlo. è proprio questo il difficile dell'amore, riconoscerlo.
e così sono incastrata, da una vita intera, in dinamiche che non so come scardinare. ed ogni volta che mi sento allontanata da qualcuno ricado nello stesso vortice. e non serve a niente metterci tutto il raziocinio ed il cinismo che ho. non serve a niente. ogni volta, ogni dannatissima volta, mi ritrovo davanti a quella stessa ferita. ed ogni volta faccio sempre gli stessi errori.
ed è complicato spiegare. spiegare che non sono capace ad affrontare i conflitti. che le distanze ed i silenzi aprono dentro me una ferita che non riesco a sopportare. che ogni volta mi sento in difetto. che la distanza ed il silenzio mi danno la sensazione, ogni volta di più, di non essere accettata, capita, oppure solo voluta. la sensazione che se sono me stessa e sono sincera non vado bene, che avrei dovuto essere diversa, avrei dovuto capire, per non perdere tutto.
come essere davanti ad una porta. e per quanto ti dicano che è solo socchiusa e basta un attimo di tempo perchè si riapra, io continuo a vederla chiusa. e quel vederla chiusa m'incastra e m'ingabbia.
eh si, sto diventando grande. e poco importa se spunta qualche capello bianco oppure la mia faccia inizia ad avere qualche segno. ora sono davanti ad una porta e, nonostante tutto, non so davvero che fare.
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