non avevo voglia. più forte di tutto e di tutti stasera, incurante della forma e del senso di "dovere" che mi caratterizza me ne sono stata a casa. sono uscita tardi dall'ufficio e mi sono rintanata in casa, troppo stanca per ricominciare.
vabbè, per una riunione saltata, non è mai morto nessuno. certo ora dovrò fare i conti con quella parte di me che si fa chiamare "cavaliere" e che sembra essere di un altra epoca. ma in fondo far quadrare in conti è il mio lavoro.
finisce agosto e finisce lo stand by, da lunedì, volenti o nolenti occorrerà muoversi. e non ci saranno più scuse. e forse alla fine mi farà anche bene. certo l'insofferenza latiterà sotto pelle, ma si sa, sono un orso e il dover frequentare le persone mi destabilizza sempre un po'.
domani giornata pesantuccia al lavoro. e devo anche ricordarmi di telefonare all'istruttrice di equitazione per vedere se sabato ha un ora da dedicare a me. e, per la prima volta, spero mi dica di no. forse perchè ho un po' la sensazione che non mi sentirò a mio agio sabato al maneggio, che mi sentirò fuori luogo. e così almeno ho una scusa per non esserci.
come al solito il mondo distratto non si rende conto del male che può fare. si carica un avvenimento di significati inesistenti e nessuna attenuante fa passare quella stramaledetta sensazione di essere, ancora una volta, troppo sensibile.
certo, io capisco. faccio continue mediazioni con le mie assurde pretese di attenzione e trovo infinite giustificazioni. ma questo non fa passare il male.
basterebbe solo le persone non aprissero bocca giusto per dire una cosa carina. le cose si dicono quando si è convinti, quando si pensano. ah, già, me lo dimentico ogni volta, le persone cambiano idea. ma, sia chiaro, non lo fanno per ferirti, lo fanno perchè seguono quello che hanno dentro, un insulso caos primordiale che le rende instabili, indecise e confuse. o forse, troppo decise nel voler oggi quello che domani non si ricordano nemmeno esista.
a casa mia questo viene descritto come "non saper quello che si vuole". perchè in fondo, nel momento in cui capisci quello che vuoi (dagli altri e da te stesso) tutti questi casini emotivi con il resto del mondo non li fai.
io non sono una santa, per fortuna, però quando sto da cani, quando vedo tutto nero, quando non so quel che diavolo voglio.. beh... evito il più possibile di far del male gratuitamente agli altri. almeno ci provo.
certo, ma alla fine il discorso è sempre lo stesso, ogni persona è fatta a modo suo.. e non tutti si comportano nello stesso modo. però, sinceramente, a volte basterebbe le persone avessero un po' più rispetto, non dico amore, basterebbe un po' di semplice e fottutissimo rispetto.
vabbè, per una riunione saltata, non è mai morto nessuno. certo ora dovrò fare i conti con quella parte di me che si fa chiamare "cavaliere" e che sembra essere di un altra epoca. ma in fondo far quadrare in conti è il mio lavoro.
finisce agosto e finisce lo stand by, da lunedì, volenti o nolenti occorrerà muoversi. e non ci saranno più scuse. e forse alla fine mi farà anche bene. certo l'insofferenza latiterà sotto pelle, ma si sa, sono un orso e il dover frequentare le persone mi destabilizza sempre un po'.
domani giornata pesantuccia al lavoro. e devo anche ricordarmi di telefonare all'istruttrice di equitazione per vedere se sabato ha un ora da dedicare a me. e, per la prima volta, spero mi dica di no. forse perchè ho un po' la sensazione che non mi sentirò a mio agio sabato al maneggio, che mi sentirò fuori luogo. e così almeno ho una scusa per non esserci.
come al solito il mondo distratto non si rende conto del male che può fare. si carica un avvenimento di significati inesistenti e nessuna attenuante fa passare quella stramaledetta sensazione di essere, ancora una volta, troppo sensibile.
certo, io capisco. faccio continue mediazioni con le mie assurde pretese di attenzione e trovo infinite giustificazioni. ma questo non fa passare il male.
basterebbe solo le persone non aprissero bocca giusto per dire una cosa carina. le cose si dicono quando si è convinti, quando si pensano. ah, già, me lo dimentico ogni volta, le persone cambiano idea. ma, sia chiaro, non lo fanno per ferirti, lo fanno perchè seguono quello che hanno dentro, un insulso caos primordiale che le rende instabili, indecise e confuse. o forse, troppo decise nel voler oggi quello che domani non si ricordano nemmeno esista.
a casa mia questo viene descritto come "non saper quello che si vuole". perchè in fondo, nel momento in cui capisci quello che vuoi (dagli altri e da te stesso) tutti questi casini emotivi con il resto del mondo non li fai.
io non sono una santa, per fortuna, però quando sto da cani, quando vedo tutto nero, quando non so quel che diavolo voglio.. beh... evito il più possibile di far del male gratuitamente agli altri. almeno ci provo.
certo, ma alla fine il discorso è sempre lo stesso, ogni persona è fatta a modo suo.. e non tutti si comportano nello stesso modo. però, sinceramente, a volte basterebbe le persone avessero un po' più rispetto, non dico amore, basterebbe un po' di semplice e fottutissimo rispetto.
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